La pedagogia è la scienza che studia e promuove la formazione, l'educazione, l'apprendimento e la crescita delle persone in tutte le fasi della vita. In questo articolo approfondisco un approccio pedagogico che utilizzo nella mia pratica professione, concentrandomi su punti di forza, possibilità e opportunità di crescita piuttosto che su deficit, problemi o carenze.
Il mio incontro con l'Appreciative Pedagogy
Nell'estate del 2020 ho partecipato a un workshop formativo sull'Appreciative Pedagogy tenuto dal pedagogista Fabio Olivieri, docente presso il Dipartimento di Scienze della formazione dell’Università degli Studi di Roma Tre e ricercatore di riferimento sull'Appreciative Inquiry in Italia. La formazione si è tenuta a Milano, presso gli spazi di Ostello Olinda, un progetto collettivo nato nel 1996 con l’obiettivo di ricostruire la storia e l'identità delle persone e insieme di riconvertire gli spazi chiusi dell'ex Ospedale Psichiatrico in luoghi aperti per una diversa accoglienza.
Questo clima si avverte appena entrando, accolti da un giardino che riesce a conservare il suo naturale aspetto selvaggio con l'essenza della cura vitale. Anche l'edificio dell'ostello è costruito intorno a uno spazio verde centrale, che permette di respirare e di alzare lo sguardo al cielo sovrastante.
Cos'è l'Appreciative Pedagogy
L'Appreciative Pedagogy è un approccio pedagogico per la consulenza, l'insegnamento e l'apprendimento che si concentra su punti di forza, possibilità e opportunità di crescita piuttosto che su deficit, problemi o carenze.
Parte da ciò che funziona bene nel presente e ciò che ha già avuto successo in passato nel sistema (familiare, scolastico, ecc.) per creare un ambiente positivo di crescita e possibilità, con il riconoscimento dei funzionamenti positivi delle persone e dei sistemi organizzativi che stanno affrontando un problema.
L'assunto di fondo è che partendo da uno sguardo positivo dei punti di forza, invece che dai deficit, si hanno maggiori possibilità di uscire dalle situazioni di crisi.
Si basa sui principi dell'Appreciative Inquiry, un modello alla risoluzione dei problemi che si concentra sugli aspetti positivi di un'organizzazione o di una situazione. Nato e utilizzato nello sviluppo e nella gestione delle organizzazioni, è stato adattato per l'uso nell'ambito sociale ed educativo.
L'Appreciative Pedagogy può essere utilizzata in una varietà di contesti educativi, dall'educazione della prima infanzia all'apprendimento degli adulti. È particolarmente efficace nel promuovere relazioni positive tra insegnanti e studenti e può aiutare a creare un ambiente di apprendimento più inclusivo e di supporto. Favorisce un senso di positività e impegno nel gruppo e può portare a una maggiore motivazione e a una comprensione più profonda.
Sono convinta che se non vediamo il potenziale nelle persone, se non le sopravvalutiamo, non permetteremo loro di rendersi migliori.
Come confermano le ricerche sull'effetto Pigmalione, se l'insegnante crede che un bambino sia meno dotato lo tratterà, anche inconsciamente, in modo diverso dagli altri e il bambino, interiorizzando il giudizio, tenderà a diventare proprio come l'insegnante lo aveva immaginato.
Anche Viktor Frankl afferma che "se prendiamo l'uomo per quello che è lo rendiamo peggiore, ma se lo sopravvalutiamo lo promuoviamo a ciò che può essere realmente".
A conclusione, offro uno stimolo per la riflessione, scritto da Andrea Prandin nel libro Re-inventare la famiglia. Penso che sintetizzi concretamente questo cambio di prospettiva.
Mentre la madre reitera il suo racconto sul figlio di otto anni, “intrattabile, oppositivo, insopportabile”, le chiedo se ci sia un momento della giornata in cui le appare diversamente. “È bravo solo quando dorme!”. A un primo sguardo questa risposta può sembrare ironica se non provocatoria, ma uno sguardo “poetico” me la fa apparire interessante e carica di possibilità. Mi incuriosisco e le chiedo com’è il figlio quando dorme: "Me lo descrive? Come respira? Cosa le ricorda? Chi le ricorda?" E così via. Le propongo poi di guardarlo più spesso, di farlo tutte le sere e tenere un diario segreto…
Questo articolo espone il mio approccio di lavoro di pedagogista e la filosofia dello Studio Pedagogico con la metafora "Sognare per Crescere", perché per crescere e far crescere è necessario immaginare e sognare ciò che non si scorge (ancora) nella realtà.
Le attività e i servizi proposti nel mio Studio Pedagogico sono finalizzate a:
- prevenzione, creando uno spazio di consapevolezza e sensibilizzazione intorno ai processi educativi, formativi e di apprendimento per promuovere la cultura dell'educazione;
- intervento, con la consulenza e la progettazione pedagogica rivolta alle persone, alle famiglie e alle organizzazioni coinvolte in questi delicati e complessi processi.
Nell'articolo hai scoperto come lavoro, un approccio a cui mi ispiro e quali sono le finalità delle attività e dei servizi proposti nel mio studio. Se avessi delle curiosità a riguardo non esitare a contattarmi.
Dott.ssa Liliana Colletti