Ti trovi in una o più situazioni di conflitto con altre persone? Non riuscite più a comunicare? In questo articolo ti spiego cos'è la mediazione umanistica e la sua efficacia per affrontare i problemi di comunicazione e i conflitti in diversi ambiti.
La definizione e le origini della mediazione umanistica
La mediazione umanistica è un processo di risoluzione dei conflitti che coinvolge un mediatore, o più di uno, che aiuta le parti coinvolte a trovare una soluzione pacifica al loro conflitto ove possibile. La mediazione umanistica è diversa rispetto alla risoluzione giudiziaria, in cui un giudice emette una decisione vincolante per le parti coinvolte. La mediazione umanistica, invece, consente alle parti di esprimere le proprie esigenze, sensazioni e interessi in modo più informale, profondo e creativo.
Il mediatore è imparziale e aiuta le parti a comunicare in modo costruttivo, ad ascoltarsi reciprocamente. Inoltre, il mediatore non impone una soluzione, ma crea le condizioni affinché le parti possano raggiungere un accordo che è di loro mutuo accordo.
La mediazione umanistica viene utilizzata in molti contesti, tra cui conflitti familiari, dispute sul posto di lavoro, controversie tra vicini di casa, conflitti tra aziende e clienti, e molti altri. È uno strumento efficace per risolvere i conflitti in modo pacifico e trasformativo per tutte le parti coinvolte. Nel caso in cui il conflitto non possa essere risolto, le persone riducono l'ostilità e la violenza tra loro, acquisendo la consapevolezza l'uno dei bisogni dell'altro.
La nascita di questo metodo è grazie alla mediatrice francese Jacqueline Morineau, considerata una delle pioniere della mediazione familiare in Francia e in Europa. Nata a Dax (Aquitania, Francia) nel 1934, ha iniziato a svolgere attività di mediazione familiare negli anni '80, quando ha riconosciuto l'importanza di sviluppare strumenti e tecniche per aiutare le famiglie a risolvere i loro conflitti in modo pacifico. Dalla sua profonda conoscenza del mondo antico, attraverso gli studi prima in Archeologia Classica poi in Numismatica, e il lavoro come ricercatrice al British Museum di Londra, Jacqueline Morineau ha sviluppato la Mediazione Umanistica: un metodo che accoglie il conflitto affinché questo possa trovare uno spazio di espressione trasformativa della relazione. Nel 1984 ha fondato a Parigi, il CMFM, Centre de Médiation et de Formation à la Médiation; nello stesso anno ha preso il via anche il progetto di mediazione penale per la Procura del Tribunale di Parigi. Ad oggi, il CMFM ha effettuato oltre 7000 mediazioni in campo penale, sociale, familiare e scolastico. Jacqueline Morineau ha scritto molti articoli e libri sulla mediazione familiare e ha ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo lavoro, tra cui l'Ordre National du Mérite, la più alta onorificenza civile francese, nel 2002.
Attualmente vive a Binanville, tra le rovine di un castello immerso nella campagna francese in cui ho potuto conoscerla e partecipare a un corso di formazione da lei tenuto. Insieme agli altri partecipanti abbiamo pernottato lì e condiviso con lei la maggior delle giornate, come suoi ospiti. La sua è una vita frugale, ispirata al vivere a contatto con la natura e alla dedizione alle cose semplici ed essenziali, come l'auto-produzione alimentare e la preghiera, dentro un ritmo di tempo lento.
Lo spirito della mediazione umanistica
La Mediazione Umanistica ha tra i suoi elementi fondanti il riconoscimento della persona e dei suoi valori più profondi, feriti proprio dal conflitto, affinché emergano e vengano incontrati anche dall'altra persona.
Il conflitto è l'esperienza della separazione dall'altro, il vuoto dove si situa il caos.
«La mediazione accoglie il disordine. È un momento, un luogo, in cui è possibile esprimere le nostre differenze e riconoscere quelle degli altri. È un incontro nel quale si scopre che i nostri conflitti non sono necessariamente distruttivi, ma possono essere anche generatori di un nuovo rapporto».
La mediazione è un rito, uno spazio in cui può trovare voce il conflitto. Il suo punto centrale è l'incontro in cui si riapre la comunicazione, per incontrare la verità dell'altro.
L'incontro di mediazione segue un percorso in 3 fasi che richiama la struttura della tragedia greca:
1. Theoria, il momento iniziale in cui avviene il racconto del conflitto;
2. Krisis, la fase successiva dove si ha il passaggio dalle parole ai sentimenti, in cui si manifesta il picco del conflitto;
3. Katarsis, stadio conclusivo per andare oltre le emozioni e ritrovare la relazione, liberandola dal conflitto.
«I greci avevano avuto la bella idea di drammatizzare le situazioni e di metterle in scena come strumento di vita. La mediazione è la stessa cosa. La mediazione accoglie il dramma e conduce la sofferenza verso un altro livello. La guarigione può avvenire solo attraverso la cura dell’anima. Se non si raggiunge la dimensione più elevata è molto difficile trovare la pace».
Il mediatore ha la funzione di facilitatore perché attraverso l'ascolto profondo, il non giudizio, i rimandi e le domande, favorisce un processo di evoluzione della relazione, lasciando alle parti la capacità di auto-determinazione nell'interrogarsi e nel confrontarsi con le proprie ambiguità.
La mediazione umanistica di Jacqueline Morineau rappresenta un progetto sociale per la promozione di una cultura della pace nel mondo. L'importanza della mediazione sta nel suo intervento preventivo, prima che il conflitto esploda e la relazione si frantumi, perché le situazioni soffocate, non riconosciute, possono diventare le più violente sul piano personale e sociale.
Arrivati qui, dovresti avere le informazioni per comprendere cos'è la Mediazione Umanistica, le origini, le finalità e in quali situazioni e ambiti può essere utilizzata. In questo articolo ho parlato di un altro metodo a cui mi ispiro nel mio lavoro di pedagogista. Se avessi voglia di saperne di più non esitare a contattarmi.
Dott.ssa Liliana Colletti